lunedì 13 gennaio 2014

un po' di parole...un po' di me...

Ieri sera tardi, prima di andare a dormire, mi è capitato di leggere un post di un'amica blogger. Non un'amica qualsiasi, ma un'amica speciale, di quelle che sanno parlarti al cuore e che mentre riflettono sulle cose e su se stesse aiutano anche me a fare altrettanto...

L'amica in questione è Cecilia di Casa Edera e non vi nego che anche grazie a lei ed alle sue parole, ai suoi sorrisi ed alla sua "ricerca" continua, ho imparato a volermi un po' più bene e a riconoscermi alcune "femminilità" che prima mi ero negata.
Questo post nasce dalla riflessione che, contrariamente a lei, io in questo mio blog parlo molto poco di me stessa, fatto salvo tramite ciò che creo (che comunque è una parte importante di me, ovvio) e dato che il blog in sé nasce come "diario" mi sembra poco corretto per chi mi legge e magari vorrebbe aggiungere un pezzettino di vita vera a ciò che qui vede.



Cercherò quindi, da ora in poi, di parlarvi un po' anche di me e di questa mia nuova vita in città, di me fuggita due anni fa da un impiego che mi logorava anima e fegato e che ogni tanto ancora oggi si "riaffaccia" come ricordo e mi suscita dolore.
In questo particolare periodo storico per il nostro Paese, in cui di lavoro non ce ne è per nessuno, in cui si lotta non per vivere ma per sopravvivere, in cui si cerca di mettere toppe alle incombenze di ogni giorno, dalla spesa alle bollette al mutuo, io non rinnego la decisione presa ormai tre anni fa. Non la rinnego perché frutto di una contingenza che non mi permetteva di fare altrimenti, la mia salute, infatti,  mi stava dicendo "Adieu!"...i perché sono molti e sono vari, posso solo dire che i primi 13 anni sono stati idilliaci, sono cresciuta tantissimo, mi sono ricavata una mia posizione, orgogliosa di esserci riuscita solo ed esclusivamente per merito, conquistata sul campo, un buon rapporto con i colleghi, molte esperienze positive e tanta, tanta soddisfazione...poi è iniziato il crollo, gli ultimi due anni d'inferno, logorata da un impietoso comportamento di chi in sé si era assunto ogni potere di vita e di morte e vedeva in me un pericolo alla sua posizione...mi son lasciata distruggere e questo ancora oggi mi causa una rabbia infinita che riaffiora ogni volta che il mio pensiero si sofferma lì...rabbia per essermi sentita impotente, rabbia perché mi son sentita sola, rabbia perché non son riuscita a "reggere" la situazione dopo averla sopportata per due interi anni...


Questo è il pensiero che ogni tanto affiora, ma per fortuna molto più spesso ne affiora uno ben più positivo, derivante da tutto ciò che di bello mi ha portato il consegnare le mie dimissioni e dire NO quando mi è stato chiesto di ritirarle ...da allora ho conosciuto tante nuove persone, ho imparato a dare valore a me stessa ed a ciò che faccio (e non, come prima, a ciò che rappresentavo), ho sfruttato quanto già avevo appreso finalizzandolo al MIO bene e non a quello imposto da altri, ho imparato che le persone, quando mi apprezzano, mi apprezzano per quello che sono e non perché ho un "ruolo", ho imparato che quello che ho nella mia testa lo posso realizzare senza dovermi sottomettere a compromessi dettati da altri, ho imparato che posso dare rispetto anche esprimendo i miei pensieri e i miei dubbi senza doverli nascondere, ho imparato che devo molto a me stessa ed a poche (molto poche) altre persone...ho conosciuto il mio grande amore, mi sono trasferita in città imparando ad amarla nei suoi piccoli vicoli pieni di storie e vivendo la vita di quartiere come fosse il piccolo paese montano dove vivevo prima e dove vive adesso mia figlia...sto imparando a mettere su tela la mia creatività e le vendite che ne sono derivate mi attestano che la strada che ho intrapreso forse è quella giusta, o comunque è un buon nuovo inizio...nel frattempo, ogni tanto, quando occorre, torno al mio "vecchio" mestiere di fund raiser e project planner (argh...sembrano un po' brutte parole, ma anche quello è un lavoro creativo, vi assicuro ^_^) per alcuni Enti e Agenzie che me lo richiedono (..perchè nel mio lavoro ero brava, sappiatelo! ^_^) e se alla fine del mese non ho uno stipendio fisso, non ho più vicino a me colleghi con cui per tantissimi anni scambiavo battute e caffè (e alcuni di loro mi mancano veramente tanto...), mi basta fare una passeggiata, accendere il mio fedele portatile, prendere un pennello in mano oppure semplicemente guardare Paolo ed i nostri quadrupedi e mi sento finalmente e veramente al mio posto, mi sento finalmente e solamente me....

Un abbraccio a tutte ;)


3 commenti:

  1. Risposte
    1. Roberta, è stata dura, ma "chi la dura la vince" eheheh

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  2. ciao hai scritto un post bellissimo! la vita ci porta a scegliere quale strada intraprendere. se ora sei dove sei e come sei, è così che doveva essere. goditi la vita, vivi serenamente. i soldi sono importanti, ma non per darci la serenità. un abbraccio

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